venerdì 28 settembre 2007

RISPOSTE

Forse l'ho già' scritto.
Da alcuni mesi scrivo e-mail a quelli che mi dicono sono i miei referenti in questa azienda
Ma mai ho avuto una risposta
Mai
Mi chiedo perché
Forse il mio ruolo di venditore è così misero che non la merito? o forse non la merito come persona? o forse non sanno cosa rispondere?
Se fosse giusto l'ultima ipotesi posso pensare che ho avuto sempre ragione e con non sapendo cosa rispondermi hanno preferito tacere sperando che le mio contestazioni si sarebbero affievolite e dopo un po mi sarei stancato di protestare.
Magari non vedevano l'ora che me ne andassi.
Ora ne saranno contenti.
Alla fine del 1998 ho deciso che la persona che mi avevano messo come capo non era in grado di gestire le situazioni ma lui era talmente forte di carattere e deciso che riusciva a far girare la macchina come voleva lui.
Un giorno mi sono stancato davvero, un po' come oggi...
Ho chiamato F.F. e gli ho detto: " Sig. F. mi sono stancato di lavorare con il dott. L.G., non ci riesco davvero più"
Il Sig. F. mi ha risposto " parlane con Lui, non ti resta che andare in mobilità".
Vado dal dott. L.G. e gliene parlo... mi dice "mi congraturo per la decisione, non ci sono problemi, ti farò avere più di un anno di stipendio..."
Così vado in mobilita'
Passano alcuni anni
Per una caso fortuito vado a lavorare con uno che lavora con il Sig. F.F.
C'e' una occasione per incontrare il Sig. F.F.
Mi dice, vieni in macchina con me. Accetto, dopo un po' Lui mi dice "Maled... il giorno che tu mi hai fatto quel discorso e io non ho capito, ci sto rimettendo l'azienda. Vuoi lavorare con me di nuovo ora che il dott. L.G. non c'e' più?
Accetto.
Faccio le pulci all'azienda. Dopo alcuni mesi scopro che dai crediti in realtà manca una cifra ben più alta di quanto io posso guadagnare in una vita di lavoro. Scopro anche il motivo per cui quei crediti non esistono: un errore di gestione dei codici di registrazione degli incassi nel sistema informatico. Panico!
Non passano tanti mesi, l'azienda viene ceduta ad un concorrente...
Non credete che valga la pena sempre di approfondire le situazioni e capire i motivi dei malesseri? Non sarebbe molto meglio????

UNA VENDITA

Per esempio.
Il giorno 10.09 faccio una vendita di circa 3.400,00 €.
Mando a chi di dovere la bolletta nel corso della settimana successiva.
Chi di dovere deve vede se per lui va tutto bene e poi la passa all'ufficio ordini (domanda: il contratto si intende accettato dall'azienda quando viene visto da chi di dovere e poi passato all'ufficio ordini o in un altro momento?)
Queste vendita prevede un costo di trasporto e montaggio di 183,00 €.
Io ho scritto 170,00 €.
Stamattina mi viene data la bolletta e chiamo immediatamente il cliente (Ufficiale dei Carabinieri, Comandante di Unità); dico al cliente che per un mio errore la somma che deve pagare, direttamente a coloro che faranno la consegna, non è di 170,00 €. ma di 183,00; mi risponde che non ci sono problemi, Va bene come gli sto chiedendo.
Riporto personalmente la bolletta a chi di dovere.
Penso: dal 10 ad oggi sono passati 19 giorni, forse non manderanno oggi gli ordini ai fornitori ma li manderanno lunedì, cosi di giorni ne saranno passati 22. Io ho mandato la bolletta alcuni giorni dopo, magari 7, in questo modo la bolletta è stata ferma per almeno 14 giorni.
Va bene che l'errore iniziale è stato mio ma chi controlla aveva ben altro da fare!
in ogni caso ci rimette sempre il cliente!
Leggete il post precedente (dimissioni) per vedere in che modo vengono fatti i controlli o magari devo pensare che esistono controllati di serie A e controllati di serie B?

DIMISSIONI

Ho deciso di andarmene da un'altra parte
Un amico mi ha detto che il tale cerca
Ho cercato il tale, ci siamo incontrati, abbiamo parlato
Poi ci siamo accordati
Ho deciso che e' meglio lasciare questa azienda e provare una strada nuova
Ho dato le dimissioni.
Oggi.
Domenica 30 settembre sarà il mio ultimo giorno di lavoro qui.
Mi chiedete se sono contento?
La risposta è si.
Il primo motivo: la certezza del guadagno. Ve l'ho scritto che il mese scorso il direttore di questo negozio ha preso la decisione di togliermi provvigioni per circa 800,00 €.
Ve l'ho scritto che gli ho mandato p di una e-mail contestando le sue decisioni e non ho avuto nessuna risposta se non nel corso di una riunione del 17 u.s. nel corso della quale, quando ho contestato alcuni aspetti, - oltre a quello che io considero una ingiusta diminuzione delle mie provvigioni - del modo in cui loro si rapportano con noi, Lui mi ha risposto con una minaccia - io almeno così intendo questo scambio di parole:
io: "in base al codice civile, che ho qui, agli articoli.... Voi dovreste... e poi non c'e scritto ne nel contratto che abbiamo entrambi sottoscritto ne su questo capitolo del codice civile che ...
lui: "ma sul codice civile e sul codice penale ci sono anche altri articoli
Per me, questa è una minaccia.
Altro?
Ho saputo che un collega ha buggerato un po' di clienti e di conseguenza anche il nostro datore di lavoro: mi hanno detto che si è incassato un po' di caparre confirmatorie. Alcuni clienti di questo collega sono stati dati ai miei colleghi. Uno mi ha detto a lui 2, un altro, mi ha detto sempre il collega A, ne ha presi almeno 2 e sempre secondo il collega A anche un altro venditore si è preso le vendite, una o due, dice. In questo modo il mio datore di lavoro, credo, è stato buggerato due volte! Credo abbia perso i soldi della caparre confirmatorie indebitamente incassate dal collega ed in più' deve pagare la provvigione a quei colleghi a cui è stata affidata la soluzione della situazione. Almeno posso dire - a sguardo alto e fiero - che a me non è stato dato nessun cliente in regalo.
Però penso: "Magari non sono stato ritenuto in grado di gestirlo o magari io sono di serie "B" o magari non sono simpatico come gli altri!"
Ma si è mai visto che chi rappresenta una azienda e ha la delega a fare decide di dare clienti con certe problematiche a venditori a provvigione e non a venditori a stipendio fisso.
Non vi sembra che anche questo non abbia fatto gli interessi dell'azienda?

mercoledì 26 settembre 2007

LETTERE

Vi confido, ma certamente lo avrete già capito, che su come viene gestito questo punto vendita e su certi atteggiamenti ho molto da dire e obiettare
Per obiettare scrivo - è una novità'? -
Ho scritto varie, non moltissime ma abbastanza, e-mail a colui che era direttore commerciale fino alla fine di luglio; scritte nei mesi. Non mi ha mai risposto. Mai avuto una risposta, ne verbale ne tanto meno scritta.
Dopo ho iniziato a scrivere al direttore del negozio, ma anche Lui, fino ad oggi, non mi ha mai dato una risposta scritta.
veramente mi ha dato, nel corso di una riunione del 17 settembre, una serie di risposte verbali, alla presenza di altri come me e di dipendenti, ma a tali risposte ho formulato delle contestazioni scritte, anche a seguito di una mia approfondita rilettura del contratto che a suo tempo avevo sottoscritto con questa azienda.
Ho contestato gli addebiti, le decurtazioni delle provvigioni, la mancanza di uno stampato che elenchi cosa mi si sta' pagando nel periodo.
Ma le risposte formali non mi arrivano.
Voglio mettere fine a tutto questo.
Nella riunione del 17 settembre ho fatto questa domanda al direttore del negozio: "Se voglio andarmene - dall'azienda - a fine mese Lei mi lascia andare?" La sua risposta è stata "Perché no! (?)".
Siamo a fine mese, le cose non sono diverse, anzi.
Ho la netta sensazione che stiano peggiorando.
Devo decidere cosa fare e comunicarlo. Intanto hanno scoperto, io lo vengo a sapere solo oggi, che un mio collega si intascava le caparre dai clienti e sono tutti concentrati su questo fatto.
Sorprendente!

STORIELLA

La racconto in questo modo:
Un collega sbaglia una cucina - chissa se gli hanno decurtato la provvigione - i clienti vengono dal sottoscritto... e chiedono un po' di articoli, determinati, chiari, veloci
Li seguo
Sanno cosa vogliono e mi dicono che devono arrivare ad una determinata cifra, che e' un abbuono (un ragalo o chissa cos'altro, per gli errori, i disagi, i pianti le lacrime, fate un po' voi..)
Determiniamo il tutto. Scrivo gli articoli, il prezzo dei singoli articoli e il totale, su un foglio
Ora devono avere l'approvazione del responsabile di negozio
Li invito ad andare loro da Lui; mi rispondono che Lui ha detto loro che lo devo chimare io.
Cosi' faccio; velocemente spiego e lui mi dice di fare uno sconto della meta' dell'importo totale.
Lo spiego ai due clienti.
Mi dicono che fino a prima di venire da me, Lui non gli ha detto la meta' di quello che loro subito mi hanno detto di voler raggiungere come valore.
Dico al responsabile di negozio che i Signori non sono d'accordo e che scenderenno da Lui.
La Signora mi dice "Mi sembrava troppo bello e facile" ci salutiamo e loro scendono dal responsabile di negozio.
Non li ho piu' visti.
Poi penso:
Ho lavorato per fare in modo che i clienti, che dicono hanno patito tanti disagi per una serie di errori, avessero quanto mi hanno comunicato di aspettarsi. Ma, io, sono un venditore a provvigione e da questo lavoro non avrei avuto nessuna provvigione.
E penso: "Ma perchè questi clienti non sono stati affidati o seguiti da un dipendente e magari, per fare bene le cose, questo dipendente non e' stato debitamente istruito dal responsabile di negozio alla presenza dei clienti stessi?
Magari in questo modo non si perdeva tempo, magari non si faceva una ennesima brutta figuira e magari io quel tempo avrei potuto dedicarlo a vendere davvero - vendere per guadagnarmi qualcosa"
Penso....

venerdì 21 settembre 2007

PACE

Ho deciso di fare pace con il piccolotto calabrese che mi aveva chiamato "uomo di merda".
L'ho fatto solo per quieto vivere: ma gli ho detto che sono molto risentito con lui per il suo modo di comportarsi.
Trovo detestabile chi si permette certi ateggiamenti.
Lui lo trovo detestabile, così come Lui certamente troveraà detestabile me!
Che ne pensate?

domenica 16 settembre 2007

RIUNIONE

Sono stato assente dal lavoro tutta la settimana per motivi personali, che non hanno nulla a che vedere con il lavoro
Sabato, ieri, sono tornato al lavoro (devo pur vivere e per vivere devo guadagnare, per guadagnare devo vendere)
Una delle prime cose che mi dicono i miei "colleghi" - anche quello per il quale sento una sorta di repulsione per le parole che ha ha usato nei miei confronti e che ieri cercava a tutti i costi di parlarmi - è che hanno indetto una riunione per lunedì alle 14,30; dico che non me ne frega nulla e che se c'e' una riunione non lo devo certo sapere da loro ma da colui che rappresenta l'azienda e ha certamente preso la decisione o è interprete della decisione della direzione
Intanto ci penso su
Ieri chi doveva dirmi qualcosa, nonostante mi abbia visto e parlato più volte non ha detto nulla; la stessa cosa stamattina e ancora oggi pomeriggio quando sono arrivato al lavoro e lui era all'ingresso - mi ha visto entrare
Intanto ci penso su...
Pochi minuti fa (ore 16,55), chiamo il 474 e mi risponde; chiedo se è vero, come dicono i miei colleghi che domani pomeriggio c'è una riunione: conferma. Chiedo perchè non sono stato avvisato, mi dice che l'hanno decisa venerdì pomeriggio (ah!!!!) e che certamente avrebbe avvisato. Ringrazio e penso... magari mi avvisava (come quella volta di Findom. che l'hanno spostata) dopo che ero arrivato alla riunione stessa e poi quando l'anno riconvocata mi ha avvisato un'ora prima!
Pensate che posso credere che non sarei stato avvisato o che magari davvero mi avrebbero chiamato solo un'ora prima?
ehi!!! ma mi ha confermato solo che c'è la riunione non mi ha detto l'ora!!!!!
Avrà certamente cose più importanti da fare!
Grazie!

mercoledì 12 settembre 2007

CUCINE

Questa è una azienda che ha deciso di non perdonare nulla
Loro hanno deciso di farmi pagare tutto, anche quando non sbaglio e anche quando il cliente torna per comprare visto che è stato contento, anche quando loro non spendono un soldo in più per ub cliente...
E io ho deciso di non vendere più cucine
Basta che riesco a guadagnare quanto mi basta per vivere dignitosamente

ADDEBITI AGOSTO

Non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire
Tra coloro che non vogliono sentire ci sono - questo è storico - i dittatori e i regimi totalitari
Spiegazione: ma è possibile che chi guida il vapore non voglia in nessun modo far si che i carbonieri abbiamo una minima soddisfazione dal gettare carbone nella caldaia?
Mi chiedo cosa costerebbe a chi decide di togliermi una parte dello stipendio dirmelo e discuterne con me - che dò una parte del mio stipendio all'armatore - prima di comunicare all'armatore di quanto denaro lui mi priva a suo insindacabile giudizio.
E poi per sapere quali decisioni ha preso sul mio lavoro devo sempre - tutti i mesi - andare di persona a chiedere, e sempre dopo che mi sono fatto dire qual'è l'importo che devo fatturare
Venerdì scorso mi sono stancato, anche perchè, il denaro di cui ha deciso di privarmi è molto
Sabato gli ho scritto due lettere
Ad oggi, mercoledì non mi ha degnato di una risposta
Bel modo di trattare i carbonieri
manderò le stesse lettere e altre due al direttore del personale e se non basta al direttore generale - che venerdì non ha avuto tempo di parlare con me dopo che mi aveva detto "Ora vado in magazzino, parliamo appena torno"; e se non basta manderò le copie al direttore amministrativo e se non basta ancora le manderò al titolare e se ancora non basta le mando a qualche trasmissione televisiva e se anche loro non bastano per avere un rapporto corretto e in linea con il contratto che abbiamo reciprocamente firmato le manderò anche al "Servizio di conciliazione della camera di commercio della provincia dove lavoro"
Non voglio essere pestato da colui che pensa di poterlo semplicemente fare, poi magari ho torto ma devo essere rispettato come carboniere e come persona!
Le persone devono essere rispettate!
Lo volete capire, voi che guidate il vapore, altrimenti prima o poi troverete una anarchico che come nella famosa canzone del modenese...
Ma sono quasi certo che neanche la conoscete
Voi che guidate il vapore scrivetemi se la conoscete!

venerdì 24 agosto 2007

CARTELLINI PREZZO

Al mio primo lavoro il mio"capo" non voleva che ci fossero i prezzi esposti, con il chiaro obiettivo di speculare sull'opportunità di vendere a prezzi diversi lo stesso prodotto in base alla capacita' del cliente di contrattare
Poi i tempi sono cambiati e, oggi, il cliente che non vede il prezzo del prodotto che gli piace tira dritto
In tutte le strutture commerciali in cui ho lavorato - e che ho visitato - il cartellino del prezzo è considerato un Dio, deve essere presente in ogni istante della giornata, deve essere ben visibile, deve essere visto da chi è attratto dal prodotto
Conosco situazioni in cui la mancanza di un cartellino manda in bestia il direttore del negozio e chi lo fa mancare deve passere il giudizio universale, tra urla e quant'altro
Da noi non è così; i cartellini mancano e spesso mancano anche per mesi!
Nessuno dice nulla, anzi...
Poi ci sono i clienti, che come tutti sappiamo sono attratti - soprattutto quei clienti a cui di comprare non interessa nulla, o ancor meno - proprio da quei prodotti senza il cartellino e che se non conoscono il prezzo di quell'articolo che non compreranno mai perché non soddisfa nessuno dei bisogni - anche dei più' nascosti - non riescono uscire dal negozio
Ebbene proprio la mancanza dei cartellino provoca mille e mille e mille interruzioni dei dialoghi per la vendita
"Mi sa dire il prezzo di...."
"Mi dice il prezzo di..."
"Mi scusi quanto costa..."
E tu che parli con un cliente che deve valutare e togliersi ogni dubbio sull'acquisto di una cucina o di una cameretta, sei costretto a rispondere; interrompi il flusso naturale del dialogo e del ragionamento, così facendo corri il rischio perdere il cliente
Magari quando ti incazzi e vai a parlare con chi percepisce, da dipendente, lo stipendio da responsabile ti senti rispondere "Non credo che per la mancanza di un prezzo Lei ha perso la vendita..." o anche "Fatelo Voi il cartellino..."
Neanche su Marte può succedere
Ma il capo del capo e il padrone che paga il capo del capo lo sa che qui da noi accade anche questo. Lo sa che ho vicino a me una base porta tv che costa 335,00 € e che sopra questa base c'è un pensile che costa 336,00 € che è senza prezzo da mesi: sapete che devo dire il prezzo di quel pensile almeno 5 volte al giorno e devo anche giustificare la mancanza del cartellino perché la gente vuole sapere

AMICO = TESORO

Chi trova un amico trova un tesoro
Facciamo un esempio, simile a quello del post pubblicato ieri
Noi siamo venditori, poi ci sono gli impiegati: un venditore o un gruppo di venditori, ma non tutti, diventano particolarmente amici con un impiegato
Poniamo che quell'impiegato abbia a disposizione alcuni dati sensibili (non importa se l'azienda sa o meno che lui ne è in possesso - ma facciamo intuire che l'azienda non lo sa... - )
Ora poniamo che quei dati sensibili l'impiegato, per motivi suoi, magari solo per ignoranza e per debolezza rispetto al gruppo a cui si aggrega, li metta a disposizione o li fornisca a richiesta dei membri del suo gruppo a discapito degli altri venditori e poniamo il caso che l'altro gruppo non abbia la comunicazione ufficiale da parte dell'azienda di quei dati...
Ergo: quel impiegato è in grado, con il proprio comportamento, di influenzare il risultato dei venditori
Ma se l'azienda non è al corrente di questo comportamento chi risponde al gruppo penalizzato del comportamento dell'impiegato non imparziale?
Ora
Questo accade, qui da noi, in relazione al fatturato
Nel corso del singolo mese nessuno ci mette al corrente, come gruppo o singolarmente dello sviluppo del fatturato, a fine mese nessuno comunica il risultato del periodo
Un impiegato è capace di vedere il fatturato nel suo evolversi giornaliero e mette a disposizione il dato - di tutti i venditori - ad un gruppo.
Quel gruppo ha trovato un piccolo tesoro

giovedì 23 agosto 2007

PREFERENZE

Ognuno di noi ha delle preferenze riguardo le persone
Io preferisco un determinato tipo di atteggiamenti, un mio collega ne preferisce altri, certamente più adatti al proprio carattere
Facciamo un esempio
Ad una persona viene affidato l'incarico di gestire la cassa
La gestisce a suo modo - come lo potrò dire in altra occasione e vedrete che si sarà da ridere e parecchio sulla mia visione del suo lavoro e sul grado della sua efficenza
Veniamo al problema
S.T. essendo il gestore della cassa - quando non è in chat a cercare donne (parliamo di oggi, giorno in cui scrivo questo post e giorno in cui e' stato beccato in chat dal direttore del negozio!!!) si trova davanti i clienti che hanno bisogno di informazioni; in questo caso ha la facoltà di affidare il cliente al venditore per il quale - in quel determinato momento - prova maggiore simpatia.
Visto che, come già sapete, lavoriamo a percentuale, ha la facoltà di favorire determinate persone rispetto ad altre; un terzo livello, a stipendio fisso, perdipiù collocazione obbligatoria, che può determinare il guadagno di un gruppo di persone che lavorano a provvigione
Spero di essere stato chiaro
In più può vendere i prodotti dotati di codice a nome suo e magari lo fa anche quando un venditore a provvigione non ha clienti, se poi il venditore a provvigione in un determinato momento non gode delle simpatie di S.T., lo stesso personaggio ha la possibilità di penalizzare due volte il suo "collega" che provvede a cercare il foraggio per pagargli lo stipendio mensile.

lunedì 13 agosto 2007

DIALOGO

Il dialogo è immensamente importante
Permette di vedere la strada e ci relaziona con le persone e con le situazioni
Nello specifico, con il dialogo capisco dove stiamo andando e quel'è la strada che si intende percorrere; ogni giorno, ogni periodo ci si confronta e si apprende cosa accade, cosa accadrà e come si proseguirà: si tracciano le basi per il futuro prossimo ed anche per quello remoto
Poi sono un cultore dei cosidetti segnali deboli; le cose che si vedono e non si vedono, le cose che traspaiano e che fanno oggi solo una fugace comparsa, che rimangono in sospeso e che sono dette o fatte per saggiare le reazioni e vedere come si possono impostare per il futuro
Quando ero un'altra persona preferivo il dialogo ed il ocnfronto costante con collaboratori, subordinati e superiori e con la situazioni; quando mi rendo conto che il dialogo non c'è, e poi vedo che non ci può essere, sono portato ad estraniarmi
Preferisco stare ed essere solo
In questo periodo sono così
Non vedo il dialogo, anzi ho la costante impressione che deve diminuire con il passare del tempo; ho l'impressione che le cose vangano fatte per lasciarci soli
Da soli ad affrontare il mercato - pre vendita - e dopo la vendita manca il dialogo per la comprensione di quanto può essere derivato dalla vendita e che nessuno ci deve aiutare.
Sento la solutudine della mancanza dell'aiuto e della tutela
Chi deve invoca le regole per far cadere dall'alto la situazione
Personalmente una regola che divide una squadra non la capisco
Ho l'impressione che queste regole, peraltro giuste, servano solo a penalizzare che lavora e far valere la legge di chi comanda a discapito di una logiga di gruppo e di mutuo aiuto reciproco
Ho raccontato il fatto delle mensole ad una persona per illustrare una situazione che a noi provoca, secondo me, dei problemi di relazione con il cliente, e per risposta ho avuto la netta sensazione che, per chi mi ascoltava, la colpa era, come in mille altre volte - in cui non si cerca la logica e giusta soluzione ma qualcosa per far valere il potere ed il ruolo - di chi in quel momente parlava di un fatto
In questo modo si cerca di affievolire il dialogo con il metodo del contrasto costante: quello che fai non va' bene, si deve fare diversamente - in barba al tuo lavoro e di conseguenza alla tua provvigione.
Mi manca il respiro!

SODDISFAZIONE

E' uno stato mentale di positività
Deriva da una situzione che ha dato soddisfazione
Naturalmente il senso della soddisfazione è soggettivo, personale e varia di persona in persona
Nello stesso modo di persona in persona varia il senso di ogni singola cosa e l'ateggiamento verso quella determinata cosa o situazione
Oggi, stamattina, mi sono preso una bella soddisfazione.
Ho venduto un'idea, a completamento di un prodotto standard che e' stato correttamente consegnato e piazzato in casa del cliente come Lui lo aveva desiderato e scelto.
La mia idea prevedeva una colonna liberia e due mensole a lato.
Chi ha effettuato la consegna dell'idea non ha piazzato le mensole perchè, ha detto, c'era il rischio di sfondare il muro; ma si è fatto pagare dal cliente come se avesse fatto tutto il lavoro
Sono andato dal cliente per vedere quanto era grande il rischio: per me non esisteva
Abbiamo mandato un'altra coppia di montatori che hanno detto la stessa cosa della prima coppia
Il cliente è venuto da me perchè tutto questo gli sembrava strano
Gli ho spiegato che per me il problema non esisteva e che avrei provveduto di persona
Stamattina dal cliente sono andato io e gli ho montato le mensole, senza sfondare il muro
La mia soddisfazione, di oggi e di questo post, e' questa
Ed è stata grande: ci credete?

venerdì 10 agosto 2007

ADDEBITI

Sapete cosa sono?
Spiego.
Si vende un prodotto, meglio come dico io, un'idea.

La mia azienda per la vendita mi riconosce una provvigione, diciamo dal 4 al 5%, in base al venduto di un mese intero.
Poi, dopo circa 40 gg, si effettua la consegna.
Se, a seguito della consegna, si registra un errore , anche minimo, da parte di chi ha venduto, l'azienda toglie la provvigione (poi in seguito approfondiremo il concetto).
Può capitare che per certi errori, piccoli, la perdita della provvigione bruci le orecchie!
Allora un venditore cerca di minimizzare il suo danno - anche perché l'azienda non fa nessuna distinzione e - dico io - non cerca di minimizzare il danno del suo collaboratore.

Per minimizzare il mio danno decido di intervenire di persona o di pagare di persona quanto serve alla sistemazione.
Ed ora un esempio.
Vendo una cucina, nel corso del progetto si modifica, in accordo con il cliente, l'altezza di una penisola; prima della modifica si prevede sotto la penisola una cassettiera su ruote.
Alla stesura dell'ordine mi dimentico di abbassare anche la cassettiera in relazione alla nuova altezza della penisola.
In consegna la cassettiera risulta errata.

Dimenticavo, visto il costo delle ruote per la cassettiera su listino del fornitore, decido di comprarle io e le consegno al cliente, in modo che siano a disposizione al momento del montaggio.
Per evitare di vedermi decurtata la provvigione su una vendita di circa 6.000,00 €., mi accordo con colui che ha effettuato la consegna perchè provveda a modificare la cassettiera e pattuiamo che io gli pago, per il lavoro, la somma di 50,00 €.
Passano i giorni, lo chiamo spesso, lui promette, ripromette, ripromette, ma la modifica non la fa.
Io faccio una pessima figura con il cliente ed alla fine anche con l'azienda per cui lavoro.
Un giorno non ci sono, viene il cliente in negozio, parla con il direttore, che nel frattempo, anche sentendo una telefonata e un dialogo tra me e il montatore, qualcosa ha intuito.
Stamattina rientro, dopo il mio riposo settimanale e mi dicono che per domani il montatore farà il lavoro.

In un certo senso, spero sia vero e che si chiuda questa storia.
Devo però fare alcune considerazioni:
a) un regime troppo rigido di punizione del venditore per errori sulle vendite non fa' bene, ne all'azienda, ne al venditore, ne ai clienti.
b) non si deve indurre, per mancanza aziendale di controllo e di verifica dei fatti, il venditore ad agire al di sopra l'azienda.
c) il collaboratore, avrebbe dovuto, seriamente, fare quanto aveva pattuito e deciso con me, non farmi fare le brutte figure
d) giusto penalizzare chi sbaglia, ma con logica e moderazione; del resto siamo tutti nella stessa barca, navighiamo insieme e dal punto di vista morale dobbiamo tutti creare ricchezza reciproca all'interno della stessa struttura commerciale; si deve creare un sistema che unisce e non portare avanti comportamenti che dividono.
Questa storia alla fine non ha fatto altro che dividere/allontanare il venditore dall'azienda, il venditore dal montatore e anche il montatore dall'azienda: tutto questo per un modo aziendale che non e' il massimo della collaborazione e dell'efficienza.
T.S., era contentissima fino a ben dopo la consegna, oggi credo sia molto meno contenta, e solo per una promessa di un collaboratore che non è stata mantenuta.

Inoltre, la signora, non sapendo, giustamente, i rapporti interni all'azienda, non può giudicare quanto le accade e giudica solo le persone che per giustificarsi con lei si arrampicano sui vetri.

martedì 7 agosto 2007

MA CHI ARREDA LE CASE?

Se volete discuterne:
gli arredatori, gli architetti, i muratori, gli imbianchini, i falegnami, i vetrai...
I vetrai?
Si i vetrai!
Ad esempio: un mobile a parete, costo al cliente meno di 900,00 €.

Lungo cm. 300, altezza cm. 212, colore wengè (che oggi tanto piace) ma effettivamente un mobile un povero e difficile da valorizzare.
Per esempio il produttore non pensa che oggi nel vano televisore si mettono anche tanti altri aggeggi, decoder, dvd, e chi piu' ne ha piu' ne metta.
Ma non c'e' il posto.
E allora?
Visto che a destra e a sinistra del vano tv ci sono due colonne (con fianchi in laminato) nulla di piu' facile e bello!

Un ripiano in cristallo (o due ripiani, uno sopra l'altro) che si ancorano ai fianchi e ricavano sotto il tv uno o due vani porta aggeggi, largo come il vano porta tv (in questo caso cm. 120), questo cristallo (di adeguato spessore) deve essere profondo un centimetro in meno del fianco a cui deve essere ancorato; come reggiripiani si possono utlizzare anche quelli dei ripiani di un pensile da cucina - (tanto, chi lo sposta!) o meglio, gli appositi che si vendono in tutte le ferramente (per ripiani in cristallo che devono essere provvisti di ventose).
Un' idea originale per ogni personalizzazione di un vano porta tv.
Ed economica.
Economica: un altro valore assoluto. Le cose non valgono per il loro prezzo ma per il loro valore intrinseco.

Mi spiego: questo ripiano in cristallo da un buon vetraio costa circa 40,00 €.
Questo prezzo in rapporto al valore aggiunto che si dà al prodotto di base (il mobile), diventa irrisorio ed il vantaggio della personalizzazione e' immensamente piu' grande del costo del ripiano in cristallo.

INGEGNOSA INVENZIONE

Ho venduto, e non e' una novita', un'idea.
Si tratta di un gruppo per contenere una lavatrice; la cliente non voleva la sua lavatrice a vista.
Mettendo a frutto le passate esperienze ho messo due basi con in mezzo un vuoto e per coprire, frontalmente, il vuoto un'anta h. 72,0 l. 60,0 sorretta da un fianchetto porta cerniere ed un altro fianchetto, per battuta anta, dalla parte opposta.

Sopra a questo ho messo un top, di profondità maggiorata, e sotto lo zoccolo frontale unico e due laterali.
Poi, per la presenza di uno zoccolo in pietra a muro h. 20, che sporge 2 cm., ho richiesto due fascette di una certa altezza e profondita' da attaccare con autofilettanti dietro ai fianchi esterni della composizione per chiudere da 20,0 in su fino alla sommità delle basi.
Ecco realizzata, con una "ingegnosa invenzione" una splendida base porta lavatrice e porta detersivi: con soddisfazione della cliente!
Per il montaggio del tutto, in base alle regole generali aziendali ho detto alla cliente che deve pagare a parte, al personale che noi incaricheremo del montaggio, la somma di 28,00 €.
Qui casca un asino!
Spero caschi in piedi, 28,00 €. sono pochini, a giusto giudizio di chi ci guida.
Chiedero' alla cliente almeno 50,00 €. , sperando che accetti, altrimenti troveremo, insieme, una diversa soluzione.
Un altro asino casca sull'idea della "ingegnosa invenzione": che la si sia voluta definire così in senso negativo o che l'intenzione era di valorizzarla maggiormente?
Personalmente propendo per la seconda visione: un giusto e piacevole riconoscimento all'idea e all'inventiva professionale.
Ringrazio per il riconoscimento che ho ricevuto, lo ritengo uno stimolo a continuare sulla strada che ho intrapreso e che mi piace percorrere - magari a qualcuno faccio un dispetto?
Aspetto commenti.

lunedì 6 agosto 2007

PERCHE' SI VENDE N. 2

Vista l'ultima frase?
Bhe un po' dura?
Un po cruda?
Un po' vera?
Credo, tanto vera.
Ho conosciuto tanti venditori
Pochi che pensano al cliente ed alla propria soddisfazione, tantissimi che pensano solo a riuscire a prendere qualcosa agli altri
Quelli aggressivi, che poi sono i più considerati dai padroni,
quelli d'assalto, sono i migliori o i peggiori?

Non riesco ad essere aggressivo, finalizzarmi a prendere i soldi di chi ho davanti, come mi diceva di fare Antonio M. [che poi considero un grande, grande nel suo lavoro e grande nel saper far si che i suoi uomini condividano i suoi insegnamenti e si prodighino per fare come dice lui]
Quelli come me cercano sempre di migliorare l'idea.
La generano e la fanno crescere, cosi' troviamo soddisfazione: e' un modo per arrivare alla creazione, tutto è finalizzato al crescere, all'imparare.
Come dice J. Hilmann "il potere è in chi ha la conoscenza"; condivido, approvo, sottoscrivo; il vero potere è dato dalla conoscenza, il vero potere è dato dal sapere, la conoscenza ed il sapere permettono ad una persona di avere un valore maggiore di un'altra persona.
Chi conosce può' dire le cose e dopo averle dette le può fare.
Conoscere vuol dire poter fare una cosa.
Come ha detto I. Calvino nelle sue famose conferenze americane degli anni '80: "Il vero valore degli uomini del nuovo millennio sarà nell' avere una capacità - anche una sola - in più di un altro uomo".

Ma su questo primo ci ritorneremo.

Quando sono davanti ad un nuovo cliente ascolto.
Sembra banale ma chiedete ad un venditore quel'e' il suo primo pensiero quando si trova davanti ad un cliente: la stragrande maggioranza vi risponderà che il suo primo pensiero é "vendere qualcosa - non vi dirà cosa - il prima possibile, possibilmente al più alto prezzo possibile e nella maggiore semplicità possibile".
Io no: io penso che devo avere la freddezza di ascoltare, che devo metabolizzare quello che mi dice e che poi, devo rispondere con una idea "possibilmente originale e diversa da come lui si aspetta"
Cosi' cerco di fare... "avere una idea originale e diversa da come chi ho davanti si aspetta".

Vi sembra facile?????
Provateci!
Io mi alleno ogni giorno!
Allenamento
Continuo
Allenamento: un altro valore, un altro atteggiamento? un altro modo di agire e di mettersi in rapporto con le situazioni?? Allenamento "coaching" [magari scritto sbagliato]
Ci avete mai pensato all'allenamento?
Ma cos'e' veramente l'allenamento?
Una prima breve risposta?
L'allenamento e il seme ed il frutto insieme: il seme dell'atteggiamento e il frutto della visione delle cose.
Il seme mi permette il germoglio, senza di lui non potrei fare e per fare davvero devo avere la visione finale di quello che voglio ottenere.
Abbiamo partorito l'obiettivo!
Obiettivo: il suo valore me lo ha insegnato Pino G.: grandi baffi, grande sorriso, grande capacita' di far fare, anche lui, come Antonio M. - chissà se si conoscono - le cose agli altri.
Obiettivo... grande merito agli obiettivi e a come si deve agire per raggiungerli.

PERCHE SI VENDE

E' una domanda fondamentale, di altissima filosofia.
Richiede risposte difficili e complicate.

Provo a fare un elenco di risposte, elenco certamente ampio e che richiederà parecchi post, ma che difficilmente potrà mai dirsi completo, attendo suggerimenti.... - e so che molti suggerimenti arriveranno dopo che avrò mandato gli inviti a leggere il mio blog.
Allora:
prima di tutto si vende per guadagnare - è la base di chi cerca di fare commercio
poi
si vende per sopravvivere, si tratta però di un bisogno primario
e poi
si vende di essere visti, già anche questo è un argomento, soprattutto per coloro che sono egocentrici, ne ho conosciuti molti,
si vende per ... ho già' finito le motivazioni?

Mi sembra molto grave
Pochi vendono per i clienti e non è il nostro - della mia azienda - caso, almeno questa e' la mia impressione
Pochi vendono con uno scopo sociale - fare del bene, fare bene, fare le cose meglio degli altri, farle perché le proprie capacita' sono tali da darci una immagine migliore
pochi vendono per soddisfare i bisogni del cliente - anzi, sempre di meno
pochi vendono per creare la ricchezza sociale, quella, per intenderci, degli Olivetti, dei Marzotto, dei Rivetti,
pochi vendono per soddisfazione propria e per esprimere se stessi (che eresia, i subordinati devono portare acqua/soldi al mulino del padrone e magari devono anche rendere grazie al padrone di farli lavorare [quanti ce ne sono di dipendenti ridotti così da padroni e loro lacchè])
Ma tanti vendono solo per il piacere personale di vendere, intendo: per prendere - prendere - da chi compra, senza il rispetto del prendere, solo per il gusto di prendere

HO PENSATO

Ho pensato che qualcuno leggera' il mio blog
Ho pensato che leggendolo ne ricaverà delle impressioni
Ho pensato che le impressioni produrranno delle visioni
Ho pensato che devo scrivere diversamente, indirizzando i pensieri direttamente a chi mi leggerà
Ho pensato che chi leggerà dovrà' averne un giovamento: ma che giovamento... devo mandare una mail a tutti coloro che voglio leggano il blog; a tutti coloro che dal blog possono averne un vantaggio: ma che tipo di vantaggio?
Ho pensato che io deve costruire il loro vantaggio: questo vantaggio è una merce da vendere; tramite il blog mi propongo di vendere una merce: un prodotto unico, la visione di un vantaggio per chi legge
Ho pensato di mettermi al lavoro
Mi metto al lavoro
Devo creare un prodotto
Devo far si che il mio prodotto diventi appetitoso
Devo valorizzare - monetizzare - un prodotto/idea
Al lavoro

venerdì 3 agosto 2007

LA SO FARE A "U"

Il primo racconto:
tre mesi fa una cliente, è venuta in negozio con la mamma per scegliere la cucina della sua nuova casa.
Mi ha spiegato l'ambiente dove doveva essere posta la sua nuova cucina, le misure, i colori e tutto quello che poteva essermi utile per un progetto che fosse in grado di esaudire le sue attese.

Naturalmente, come mi hanno insegnato - perché chi domanda guida [se ne parlerà spesso] - ho fatto a lei ed alla mamma, tante domande, ben distribuite e tutte finalizzate a fare il miglior progetto possibile in grado di esaudire le attese.
Ad ogni domanda una risposta e ad ogni loro risposta la motivazione trasformata in particolare che fosse in grado di essere accettato e piaciuto. Alla fine della progettazione la presentazione del prezzo, il disegno e molte dettagli sempre adeguatamente spiegati.
Ho visto in loro la soddisfazione.
Non ho insistito per la scelta, anzi, come sempre mi esprimo "Se vi piace andate a casa guardatela e vedetevela all'interno dell'ambiente, vedete come possiamo migliorarla e poi, se volete, tornate..."
Grazie Signora, grazie Signorina, grazie Signor... [come mi chiamo?] svelo l'arcano... Gianni.
Siamo certe che torneremo.
Passano tre, dico tre, giorni...
Tornano.
Acquistano, senza indugi, senza modifiche, chiedono solo un po' di sconto... certo che avranno lo sconto, decide il mio capo D.L.
D.L. fa lo sconto e loro sono contente, contente del progetto, contente dell'idea, contente delle motivazioni che le spingono alla scelta, contente del prezzo.
Scrivo il contratto e mi versano la caparra confirmatoria.
Passano un po' di giorni...
Redigo gli ordini per i fornitori.
Due ordini: il primo per il produttore della cucina, pezzi, mensole, zoccoli, elettrodomestici.

Il secondo: ad un fornitore fidatissimo faccio realizzare il top: la cucina è a "u" con una colonna sull'angolo di destra; non si tratta di un top facile e pertanto decido di affidarne la lavorazione a chi mi offre buone garanzie per la sua realizzazione.
La ditta H. del gruppo L. della provincia di Macerata.
Il mio ordine passa il vaglio del mio direttore di negozio: viene bocciato perché è molto facile che la mia richiesta per il top sia errata: faccio cose troppo complicate - mi dice - e mi invita a chiamare la cliente per modificare. Io non la vedo come lui: lo dico e lo rassicuro.

La cosa sembra finire in questo modo.
Passano 2 giorni: mi chiama la mamma della mia cliente e mi dice di aver ricevuto una telefonata dal mio direttore con la quale le annunciava fantomatici problemi che avrebbe dovuto vedere con me!
Al rientro in negozio dopo pranzo vado dal direttore e chiedo informazioni... Mi dice quanto avevamo già' definito da giorni.

Rispondo che sono tranquillo e che, male che vada, la colpa sarà' solo mia e tutta mia, che male che vada, se sbaglio la figuraccia sarà' mia e solo mia e che loro possono sempre togliermi le provvigioni della vendita!!!
Non mi sembra convinto ma decide di mandare avanti l'ordine.
Io parlo con la mamma della mia cliente... la rassicuro, ma mi sembra che ormai anche lei ha dei dubbi (e pensare che era la più entusiasta), comunque fino a qui tutto bene...
E dopo parlo anche con la mia cliente... lei crede un po' di più' in me!
Si sente tranquilla perché, mi dice, ha visto che sono stato molto attento ed ha notato la perizia con cui ho anche visionato e preso le misure dell'ambiente.
Passano 45 / 50 gg.
Arriviamo alla consegna:
Consegnamo di sabato mattina.
Alla fine va' tutto bene, i soliti particolari da rivedere, manca un angolare dell'alzatina, un gambone penisola posizionato diversamente dal progetto, diversa sistemazione delle mensole, una mensola arrivata non sagomata e tagliata (come poteva dal montatore) sul posto, un cassettone arrivato non a vetro.
Top perfetto
Progetto piazzato esattamente - a parte una zoccolatura e la posizione del gambone da me poi riposizionato - top perfetto.
Si, avete letto bene: top perfetto, ad " u " !
Quel top che era frutto di un progetto cosi' complicato è stato richiesto perfetto e piazzato perfettamente.
La mia cliente è contenta.
Io sono contento.
Dico al mio direttore che tutto è andato come da progetto, ma mi chiedo se lui e' contento.

OGGI, PRIMO GIORNO

Oggi ho deciso di tenere un blog.

L' ho deciso perché una persona a cui sono legato e che, negli ultimi due anni mi ha aiutato molto, nel lavoro, se ne è andato - dal mio mondo di lavoro - non dal mondo in generale.


Lui se ne è andato perché non riusciva ad esprimersi.

Io per aiutarmi ad esprimermi mi dedico al blog.

Chi avrà interesse a capire in che mondo di lavoro giaccio, leggendo il mio blog, capirà e leggera' di mille difficoltà, di quanto sia difficile relazionarsi e - dico io ora, ma poi vedrete se a torto o ragione - creare.

Ecco un primo importante spunto: lavoro per creare e creando mi esprimo.

Solo tramite l'espressione trovo piacere, non sono i soldi, il guadagno, ma la possibilità' di fare le cose che mi viene offerta attraverso il lavoro, la p' grande soddisfazione.

Certo non rifiuto ma cerco anche il guadagno, che mi viene dal lavoro - onesto - anzi, più' riesco a guadagnare più trovo piacere.

Ora facciamo la somma: più creo più posso guadagnare, come a dire: più' creo più' ricavo l'opportunità' di stare bene: e poi creo rispettando ad amando gli altri,chi fruisce del mio creare.

Questo e' solo il primo spunto, di seguito vedrete quanto cose avrò modo di far sembrare belle o far sembrare brutte a seconda di come le si guarda e a seconda di chi le guarda e le racconta.